
Il progetto CrEsco ha preso vita nel settembre 2022 dalla Società di Cooperativa sociale “Dolci Sogni”, impresa sociale da tempo impegnata sul fronte dell’educazione, e da alcune famiglie frequentanti il servizio nido, gestito dalla nostra Cooperativa, con un bisogno socio educativo per i propri figli 3/6 anni, non nutrito dal ventaglio di possibilità presente sul nostro territorio.
Famiglie alla ricerca di una proposta educativa unica e originale, dove dare la possibilità ai propri figli di vivere in contatto con la natura, uno spazio interno pensato a misura di bambino e rispondente ai loro periodi sensitivi e di avere educatori formati a nuovi paradigmi educativi e ad una visione di bambino autonomo e attivo. Accogliendo questa esigenza delle famiglie, aggregate come gruppo parentale CRESCO IN FAMIGLIA e nell’idea di una continuità educativa con il servizio nido che la cooperativa gestisce dall’anno 2005 sul territorio di Palazzago, il Consiglio Direttivo ha deciso di aprire i propri orizzonti e sostenere le famiglie in quest’esperienza educativa di tipo parentale per bambini dai 3 ai 6 anni.
La Missione Educativa
Questo è il nostro dovere nei confronti del bambino: gettare un raggio di luce e proseguire il nostro cammino
Maria Montessori
Il progetto di educazione parentale CrEsco accoglie tutte le famiglie con bambini e bambine dai tre ai sei anni e garantisce loro il diritto all’educazione e alla cura, facendo proprie le finalità e gli obiettivi educativi che riguardano lo sviluppo dell’identità, la conquista dell’autonomia e lo sviluppo delle competenze, come precisato nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012.
Per raggiungere tali obiettivi il progetto si propone come luogo accogliente, sereno e stimolante, in grado di accompagnare la crescita affettiva, cognitiva e sociale di ogni bambino,considerato soggetto attivo e competente, donando la possibilità di esprimersi in tutte le sue potenzialità. Conoscere la storia del bambino, costruire una relazione di fiducia con la famiglia e aprirsi al territorio sono i presupposti da cui partire per fare in modo che l’esperienza in questo percorso sia per tutti i soggetti coinvolti, bambini e adulti, positiva e arricchente; questo diviene possibile in clima di incontro, confronto e collaborazione tra le figure adulte.
Inoltre attraverso un’attenta organizzazione degli spazi interni e delle proposte ludiche il personale educativo si impegna a riconoscere, accogliere e valorizzare le diversità, promuovendo le potenzialità di tutti i bambini, nel rispetto dei loro bisogni e dei loro tempi.
Il progetto di educazione parentale CrEsco fonda le sue radici nel grande movimento dell’Educazione Attiva, in particolar modo al pensiero della Dott.ssa Emmi Pikler, a quello di Maria Montessori e all’approccio educativo della pedagogia del bosco integrato; ognuno dei quali è portavoce di concezioni e idee importanti che devono essere condivise a pieno tra gli educatori e le famiglie; i genitori sono i primi responsabili dell’educazione dei figli e sono fortemente invitati a lavorare in stretto rapporto con gli educatori, creando una corresponsabilità educativa tra l’ente e la famiglia.
Innanzitutto, e’ importante che il bambino cresca in un ambiente in cui è libero di fare da sé, ricco di stimoli:egli è protagonista della sua educazione e la sua attività è focus del processo educativo.
È imprescindibile la necessità di un ambiente a misura di bambino, in cui egli possa trovare materiale adeguato ai suoi stimoli. Si insiste, inoltre, sull’importanza e quindi sulla valorizzazione delle attività di vita pratica.
Il bambino deve essere protagonista e costruttore della propria conoscenza:la crescita avviene lavorando sulla zona di sviluppo prossimale, cioè la distanza tra lo sviluppo attuale e quello potenziale, un apprendimento visto in una dimensione sociale, attraverso l’interazione con gli altri.
Scegliamo una modalità di lavoro che crei un contesto educativo in cui l’adulto interviene il meno possibile, fungendo esclusivamente da base a cui il bambino può rivolgersi in ogni momento di necessità. Muoversi e diventare sicuri dei propri movimenti è una delle conquiste più importanti per ogni bambino.
Quando infatti adulto e bambino viaggiano nella stessa direzione sfruttando le “competenze” presenti, o valorizzando movimenti spontanei, il bambino viene nutrito con “fiducia e apprezzamento” e con questo cibo costruirà la percezione di sé e la conseguente autostima.
Emmi Pikler
La nostra idea di bambino
Il bambino è un corpo che cresce e un’anima che si svolge.
Maria Montessori
Il progetto riconosce la persona come elemento centrale del processo educativo e collabora al progetto di realizzazione individuale e sociale di ogni essere umano.
L’interesse educativo si fonda sui principi di una pedagogia attiva che si caratterizza per la visione del bambino come essere competente, attivo, creativo, curioso, protagonista e costruttore del proprio processo di apprendimento, diverso da tutti gli altri, unico, un bambino che pensa e riflette, alla ricerca di legami affettivi e punti di riferimento. Un bambino che si presenta a noi nella sua globalità con la sua storia personale. Il benessere del bambino è condizione essenziale, è il punto di partenza per ogni apprendimento. È fondamentale garantire l’equilibrato sviluppo delle varie componenti della sua personalità, avendo massimo rispetto per i suoi ritmi di crescita e per gli interessi personali.
Ogni bambino in condizione di sicurezza affettiva, quindi all’interno di una relazione significativa con un adulto di riferimento, è in grado di interessarsi al mondo esterno ed è capace di agire il suo interesse e di conoscere attraverso l’osservazione, l’esplorazione, la progettazione, l’azione;
Emmi Pikler
La Nostra Idea Di Educatore
Il compito dell’adulto è, infatti, intrattenere una relazione sicura con il bambino in uno scambio inizialmente di intensa vicinanza, poi, via via più distanziato e accogliente ad altri elementi dell’ambiente.
Emmi Pikler
Questo scambio fin dall’inizio, dai primi giorni di vita del bambino è improntato al principio che non si educa un bambino suo malgrado, né senza la sua partecipazione
È un adulto che conosce le caratteristiche del periodo Zero-Sei, che ha competenze osservative che consentono di riconoscere le zone prossimali di sviluppo dei bambini e riflessive, competenze che consentono di interrogarsi sulle pratiche quotidiane permettendo rilanci, trasformazioni, restando sempre agganciati al reale vissuto.
Un adulto, che grazie alle sue competenze acquisite nel percorso di studi universitario e non, sarà capace di predisporre contesti stimolanti, capaci di sorreggere l’azione dei bambini, di stimolarli, di avere con loro un dialogo, uno scambio verbale autentico, legato ad esperienze significative condivise a reali curiosità, pronto ad accogliere il punto di vista di tutti, attraverso l’uso delle domande aperte e l’ascolto attivo.
L’adulto deve dare e fare quel tanto che è necessario affinché il bambino possa utilmente agire da solo: se fa meno del necessario, il bambino non può agire utilmente; se l’adulto fa più del necessario, e perciò si impone o si sostituisce al bambino, spegne i suoi impulsi fattivi.
Maria Montessori
Il Territorio, Il Contesto e Lo Spazio
La sede del progetto di educazione parentale dove si svolgeranno le attività e che la cooperativa mette a disposizione del progetto parentale si trova a Gromlongo, frazione di Palazzago, in una posizione strategica, con facilità si raggiungono sentieri, boschi, prati e parchi del nostro territorio.
Grazie alla sua particolare posizione i bambini possono, tutti i giorni, immergersi nella natura, nel verde in un ambiente tranquillo e salubre. Godono della possibilità, non scontata, di immergersi in questa dimensione naturale.
La vita si mantiene attraverso rapporti di interdipendenza; ogni cosa è intrecciata con le altre e i bambini possono farne esperienza attraverso l’osservazione della vita che si svolge, ad esempio, in uno stagno o in un terrario
Maria Montessori
L’edificio è di 90 mq, strutturato su di un solo piano nel quale è possibile trovare una zona cucina, un piccolo bagno, una zona ingresso e il restante spazio strutturato a open space, caratterizzato da spazi, arredi e materiali adatti per rispondere alle esigenze dei bambini che lo abitano, garantendo un clima di serenità e di benessere.
Lo spazio interno è flessibile, cambia e prende forma lentamente, in maniera diversa, in quanto cerca di seguire i bambini e le loro esigenze; uno spazio a misura di bambino non conformato alle esigenze degli adulti.
L’open space permette ai bambini una maggiore possibilità di incontro, uno spazio libero e aperto che consente di decidere dove andare e con cosa “lavorare”, perché il gioco è il lavoro del bambino.
Questa dimensione dello spazio crea in modo spontaneo la possibilità di un peer-tutoring, una maggiore attenzione verso quel che viene fatto dai compagni pari e no, portando i bambini ad osservare, imitare e partecipare in una visione dell’apprendimento cooperativo.
Lo spazio interno coniuga angoli ad ispirazione Reggio Children ( il destrutturato, la compositivita’, la scatola azzurra…) ad angoli Montessoriani ( angolo della vita pratica ,del fino motorio, della psico –grammatica, psico-aritmetica, sensoriale. Grafico/pittorico, della botanica…)
Il bambino si costruisce a spese dell’ambiente
Maria Montessori
La Giornata Educativa Al Progetto Cresco
Tutti i momenti della giornata sono ugualmente importanti: dall’accoglienza, al gioco libero, alle uscite quotidiane in natura, il pranzo, le cure del corpo, il saluto finale, sono considerate momenti educativi e quindi occasione di condivisione e apprendimento. L’ingresso è previsto nella sede del progetto parentale, ogni bambino viene accolto dall’educatore presente e dalle famiglie già arrivate.Le famiglie scelgono liberamente se fermarsi un tempo più lungo per bere un caffè’ o condividere emozioni e avvenimenti con gli altri genitori o andare via subito, in questo caso l’educatore medierà il momento del distacco poiché’, il progetto non accoglie solo il bambino ma LA FAMIGLIA.
Alcune giornate si svolgono all’interno: mentre i bambini si spogliano, sistemano le loro cose e giocano fra loro in libertà l’educatrice finisce di preparare l’aula: riordina le matite, le tempera, finisce di controllare che ogni lavoro, ogni materiale, ogni vassoietto delle attività sia in ordine e pronto perché un bambino lo possa utilizzare. Una volta pronto il bambino entra nella stanza e sceglie il suo lavoro: nella scuola che si rifanno al pensiero Montessoriano l’ambiente, il suo allestimento e la preparazione accurata di lavori, materiali e giochi rappresentano il cuore di tutte le attività, in un certo senso potremmo dire che l’ambiente stesso rappresenta la ‘programmazione’. I lavori montessoriani non coinvolgono infatti contemporaneamente tutto il gruppo dei bambini (che vive insieme in altri momenti della giornata), in quanto consistono in proposte diverse e pensate affinché ciascun bambino possa prenderle liberamente ed autonomamente, lavorarci da solo e per tutto il tempo che desidera, concentrandosi, provando, sperimentando”.
(Fonte: http://www.ilsassolino.org/casa-dei-bambini/giornata-alla-casa-dei-bambini/)
Altre giornate, alcune pre stabilite, altre scelte in base al programma emergente , si svolgono all’esterno: due / tre giorni a settimana i bambini e gli educatori vanno alla scoperta di luoghi più lontani dal “campo base” nell’ottica di un’educazione diffusa e godono di un tempo più lungo e piacevole in natura o in luoghi altri dei nostri paesi; in questi giorni i bambini portano il loro pranzo al sacco.
Ben equipaggiati vanno alla scoperta del territorio che circonda la struttura:la prossimità di boschi, campi e prati ci permette di fare della natura il principale ambiente di apprendimento, durante la mattinata abbiamo un’aula a cielo aperto. Inoltre, la vicinanza del Nido Dolci Sogni, progetto della cooperativa, ci permette di sperimentare una continuità 0-6 anni, in continuità di pensiero, educazione e progettualità.
Durante la mattinata, quindi a partire dalle ore 9.30 circa fino all’ora di pranzo, i bambini sono impegnati in attività educative e ludiche, sia nelle aule sia, all’esterno. Da soli, a coppie o in piccoli gruppi, i bimbi svolgono le attività proposte dagli insegnanti, sempre con un occhio di riguardo verso il “fare da soli”.
A mezzogiorno inizia il tempo di pranzo: il pranzo si consuma all’interno, 3 volte a settimana.
Le famiglie decidono, all’inizio dell’anno, durante uno degli incontri del gruppo parentale,se usufruire di un servizio di refezione esterno, se cucinare una famiglia per tutti o se portare in modo individuale il pranzo da casa.
Questo tempo è caratterizzato dai bambini impegnati nella preparazione dei tavoli: a turno ci sono infatti dei camerieri il cui compito è apparecchiare, sparecchiare la mensa, sciacquare i piatti e riporli in lavastoviglie. Questa attività è importantissima nel pensiero montessoriano, che la intende come un compito “adulto” che i bambini devono svolgere fin da subito per implementare la loro manualità e la loro indipendenza.
Al termine del pranzo, qualcuno va a casa, per altri c’è un momento di riposo e di relax: per i più piccoli è previsto il pisolino, mentre per gli altri, un’oretta di un tempo libero nel quale i bambini possono dedicarsi a ciò che preferiscono. Successivamente si riparte con altre attività strutturate proposte in un ambito interdisciplinare, attività strutturate e pensate concisamente all’età e alle potenzialità, spaziano in diverse aree di interesse:
- da lavori Montessoriani di vita pratica, attività fino-motorie, sensoriali, artistiche, attività di avvicinamento all’educazione cosmica, alla lettura, all’avvio alla scrittura e matematica
- a pomeriggi di cucina dove i bambini preparano la loro merenda
- a momenti di giochi motori in natura.
Dalle 15.00 alle 16.00/16.30 è prevista la presenza del genitore che si può fermare e collaborare al momento finale della giornata oppure può portare a casa il bambino subito.
Linee Guida Del Percorso Educativo e Riferimenti Teorici
Il nostro servizio educativo fa riferimento:
- alle indicazioni Nazionali per il curricolo 2012
- orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia
I riferimenti teorici che guidano l’agire degli educatori fanno riferimento all’educazione attiva. Educazione attiva è il termine che designa un insieme di riflessioni, ma soprattutto di esperienze educative diverse per riferimenti teorici, intenzioni, condizioni di realizzazione, collocazione nel tempo e nello spazio, accomunate dal considerare il bambino e la bambina o un qualsiasi interlocutore dell’intervento educativo come parte attiva del processo educativo, come protagonista del suo sviluppo e del suo apprendimento
Un bambino competente, attivo, creativo, curioso, protagonista e costruttore del proprio processo di apprendimento, diverso da tutti gli altri, unico, un bambino che pensa e riflette, alla ricerca di legami affettivi e punti di riferimento. Un bambino che si presenta a noi nella sua globalità con la sua storia personale.
Nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo si legge che l’apprendimento si costruisce nell’esperienza, nell’esplorazione, nei rapporti tra bambini, con la natura, gli oggetti, l’arte, il territorio e le sue tradizioni, attraverso la rielaborazione collettiva ed individuale delle esperienze e le attività ludiche. La costruzione di conoscenza viene promossa tramite la discussione e la collaborazione, dove il bambino viene incoraggiato ad esprimere le sue idee per poter attuare un incontro con il pensiero di altri diversi punti di vista.
Bibliografia
Vi elenchiamo i diversi testi che ci guidano nella realizzazione del nostro progetto e che possono essere di valore per le famiglie.
- Gray P, lasciateli giocare, Einaudi, 2015
- Hanscom A.J., Giocate all’aria aperta. Perchè il gioco libero nella natura rende i bambini intelligenti, forti e sicuri, Leone Verde Edizioni, 2018
- M. Montessori, La mente del bambino
- M. Montessori, La scoperta del bambino
- M. Montessori, L’autoeducazione
- M. Montessori, Educare alla libertà
- M. Montessori, Il metodo della pedagogia scientifica applicato nelle case dei bambini, capitolo la natura nell’educazione.
- Montessori m., Il bambino in famiglia,
- Negro S, La pedagogia del bosco. educare nella natura bambini liberi e sani, terra nuova edizioni
- Emmi Pikler, Datemi tempo
Riferimenti Pedagogici
Maria Montessori
Del pensiero di Maria Montessori si riprende l’importanza di creare un ambiente pensato, curato e ordinato. Il bambino deve essere libero: di agire, di muoversi, di pensare, di formare sé stesso in piena autonomia. L’insegnante non si pone al centro, il suo intervento è ridotto all’essenziale rispettando le libere scelte infatti egli propone, prepara, stimola e utilizza l’osservazione per cogliere i processi e le dinamiche relazionali che il bambino mette in atto.
Emmi Pikler
“Datemi Tempo”
Per la Dottoressa Pikler la motricità è un progetto fisiologico che il bambino realizza procedendo dall’interno verso l’esterno, è lui che lo conduce e noi possiamo solo ostacolarlo o agevolarlo.
“Il bambino lasciato libero supera le varie fasi al proprio ritmo, diverso da quello di altri bambini, con sicurezza ed armonia.”
Ogni bambino in condizione di sicurezza affettiva, quindi all’interno di una relazione significativa con un adulto di riferimento, è in grado di interessarsi al mondo esterno. L’apprendimento che un bambino realizza in questo modo ha una qualità che non è la stessa degli apprendimenti e delle abilità raggiunte attraverso la sollecitazione esterna. Compito dell’adulto è intrattenere una relazione sicura con il bambino e mettere a sua disposizione un ambiente stimolante, senza interferire nella relazione con lui.
Pedagogia del bosco
“Troverai più cose nei boschi che nei libri. Gli alberi e i sassi ti insegneranno cose che nessun uomo ti potrà dire.”
Il nostro progetto fa riferimento a diversi pensieri pedagogici tra cui la Pedagogia Del Bosco: quando si parla di pedagogia del bosco si pensa subito alla natura, in realtà è più corretto parlare di selvatico piuttosto che di natura, in quanto il termine «natura» riporta alla visione occidentale dicotomica tra uomo e natura intese come entità distinte e contrapposte. In un ambiente selvatico è inclusa la presenza dell’umano. Selvatico, in questa accezione, non è sinonimo di «incontaminato» o «vergine» ma di luogo dove la presenza degli interventi dell’essere umano sono minoritari e controbilanciati da altri.
Si può dire che parlare selvatico pone al centro la relazione tra esseri umani e gli altri esseri, in una visione che si allontana da una visione antropocentrica dell’ambiente e degli altri esseri viventi. L’assunto principale che sta dietro al principio dell’immersione nel selvatico non è la necessità di una riconnessione con un mondo perduto, o di uno sforzo di adattamento a una realtà estranea, ma l’affermazione della necessità di crescere consapevoli della nostra appartenenza a questo mondo in relazione all’ambiente e agli esseri con cui lo condividiamo.
Scegliere di frequentare quotidianamente il selvatico con i bambini è anche una scelta pedagogicamente rilevante dal momento che l’ambiente selvatico offre possibilità senso motorie, sensoriali ed esperienziali che nessun ambiente antropizzato o progettato dall’essere umano può eguagliare in termini di ricchezza, varietà ed armonia delle possibilità che la frequentazione del selvatico offre. Si tratta di una dimensione non completamente predeterminata, aperta all’incontro con l’imprevisto, alla trasformazione, all’incontro con altri esseri viventi ed elementi naturali attraverso i quali l’esperienza dei bambini e delle bambine si apre alla possibilità di un apprendimento autentico e significativo.
L’esperienza nel bosco non segue una programmazione ma si fonda sulla realizzazione di un programma emergente. Il programma emergente è uno strumento di non programmazione che si scrive man mano che le cose accadono e si scopre quanta strada si è percorsa solo rivolgendo lo sguardo all’indietro.
Il soggetto è protagonista e autore dei propri percorsi di vita e apprendimento e il programma emergente racconta le sue esperienze, così come emergono dall’interazione tra motivazione intrinseca, opportunità dell’ambiente e dei materiali, iniziative degli adulti, tappe di sviluppo fisiologiche dinamiche sociali e cultura di appartenenza. Questo strumento permette di stare nei percorsi educativi con flessibilità, attenzione, rispetto e consapevolezza. È uno strumento importante per realizzare percorsi educativi guidati dagli interessi dei bambini, in cui gli adulti siano accompagnatori, sostenitori e mediatori al servizio dei bisogni di tutte le persone coinvolte. È un metodo di lavoro che permette la creazione di una comunità educante, in cui vengono condivisi valori, punti di vista, obiettivi calandoli quotidianamente nella pratica educativa.
Nel nostro progetto La pedagogia del bosco è integrata, non viviamo tutto il giorno o tutti i giorni all’esterno ma la maggior parte dei giorni dell’anno e del tempo giornaliero.
Siamo convinte che per star bene fuori sia importante star bene anche dentro e che muoversi fra dentro e fuori in un naturale processo di pendolamento sia la direzione per il benessere dei bambini e degli adulti che li accompagnano. Solitamente i bambini si ritroveranno nello spazio interno del progetto, con eccezione dei giorni in cui ci si incontrerà direttamente nel bosco, in preventivo accordo con le famiglie e dopo un tempo di adattamento della nuova situazione. Il principale spazio in natura che vivremo sarà il Parco Della Beita, dove elementi antropici si incontrano con elementi naturali, una relazione continua dei bambini con questo spazio selvatico gli permetterà di conoscere bene il luogo e i suoi elementi e poterlo vivere e sperimentare a più livelli. Dal parco della Beita iniziano diversi sentieri che ci porteranno, quando il gruppo si sentirà pronto, ad esplorare i dintorni del nostro Comune e di incontrare persone e realtà diverse.
Non è sempre facile come famiglie affidarsi a questo approccio, ci sono pasti da preparare e lavatrici in più, ma se:
- Pensate che i bambini siano portati a imparare naturalmente, principalmente attraverso il gioco, dall’ambiente e dalle persone che lo circondano, senza bisogno di un programma
- Considerate più importante giocare piuttosto che essere puliti, pettinati e vestiti di tutto punto.
- Vi fidate del fatto che vostro/a figlio/a può riconoscere i bisogni del proprio corpo per quanto riguarda il freddo, il caldo, la fame, la sete;
- Pensate che i graffi, i lividi, le sbucciature facciano parte delle esperienze dell’infanzia;
- Pensate che le domande siano più importanti delle risposte e la ricerca sia più interessante delle soluzioni.
- Che vostro/a figlio/a debba imparare a conoscere la realtà e sperimentare direttamente i propri limiti e quelli del mondo in cui vive, e non allenarsi a fare qualcosa di estremamente innaturale come stare seduto un numero prefissato di ore su una sedia.
- Considerate le regole un utile strumento per la convivenza, quando usate con parsimonia, buon senso e flessibilità, e non un metodo per controllare il comportamento dei bambini.
- Concepite una comunità come un gruppo di persone che si accetta e si accoglie nella differenza e nel rispetto dei bisogni di ciascuno, e non un gruppo che deve uniformarsi alle stesse regole;
Avrete sempre dei buoni motivi che vi aiuteranno a superare le fatiche e i naturali momenti di ostici.
